giovedì 17 settembre 2009

17 Settembre Sacre Stimmate di San Francesco

Mentre dimorava nell'eremo, che dal nome del luogo è chiamato la Verna (1223), due anni prima della sua morte, vide in una visione divina un uomo in forma di serafino, con sei ali, librato sopra di lui, con le mani distese e i piedi uniti, confitto a una croce.
due ali si prolungavano sopra il copo, due dispiegavano per volare e du coprivano tutto il corpo.
A quell'apparizione il beato servo dell'Altissimo si sentì pieno di un ammirazione infinita, ma non riusciva a capirne il significato. Era invaso anche da viva gioia e sovrabbondante letizia per lo sguardo bellissimo e dolce con il quale il Serafino lo guardava, di una bellezza inimmaginabile; ma era contemporaneamente atterrito nel vederlo confitto in croce nell'acerbo dolore della passsione. Si alzò per così dire, triste e lieto, poichè gaudio e amarezza si alternavano nel suo spirito. Cercava con ardore di scoprire il senso della visione , e per questo il suo spirito era tutto agitato.
Mentre non riusciva a capire nulla di preciso e la novità di quella visione si era impressa nell'animo, ecco che nelle sue mani e nei suoi piedi cominciavano a comparire gli stessi segni dei chiodi che aveva appena visto in quell'uomo crocifisso.
Le sue mani e i suoi piedi apparvero trafitti nel centro da chiodi, le cui teste erano visibili nel palmo delle mani e sul dorso dei piedi, mentre le punte sporgevano dalla parte opposta.
Quei segni poi erano tondi, dalla parte interna delle mani, e allungati in quella esterna, e formavano quasi un' escrescenza carnosa, come fosse la punta di chiodi ripiegati. Così pure nei piedi erano impressi i segni dei chiodi sporgenti sul retro della carne. Anche il lato destro era trafitto come da un colpo di lancia, con ampia cicatrice, e spesso sanguinava bagnando di quel sacro sangue la tonaca.
Ben po pochi ebbero la fortuna di vedere, mentre era ancora vivente quel crocifisso servo del Signore crocifisso, la sacra ferita del costato.