martedì 22 dicembre 2009

Mensa dei poveri, l'isola che c'è




Da 21 anni cinquanta pasti al giorno ai bisognosi.
Gesti generosi e oscuri benefattori




Calore, odori, sapori, tintinnio di stoviglie, mani che preparano, sguardi che s'incrociano, silenzi e grida di bambini, parole smozzicate in tante lingue diverse. È la mensa dei poveri. Cinquanta pasti al giorno tutti i giorni tranne la domenica. «Ma prepariamo sempre qualcosa in più per chi arriva all'improvviso», si affretta a precisare padre Umberto Papaleo. È lui il responsabile della mensa del Conventino, una realtà straordinaria che proprio in questi giorni festeggia il ventunesimo anniversario. Da 21 anni, infatti, quest'isola di solidarietà offre un pasto caldo a chi ne ha bisogno, svolgendo "quotidianamente" un servizio prezioso che nessun'altra struttura fornisce in città.
Porte sempre aperte in via Silvio Paternostro numero 3, lungo la scalinata dei giardinetti di San Leonardo. È lì che ha sede la mensa dei poveri, cuore pulsante di un vero e proprio centro di accoglienza che si regge sulle offerte e sul volontariato. Fornisce docce, servizio medico, servizio legale e distribuzione di vestiario, dalle 16 alle 18 ogni lunedì, mercoledì e venerdì. Da trent'anni. La mensa, invece, è più "giovane" e, come detto, funziona ogni giorno. Tutto a cura degli otto frati francescani del Conventino con la collaborazione e l'aiuto di una cinquantina di volontari che si alternano nelle attività di servizio. A titolo - non è superfluo sottolinearlo - totalmente gratuito. Tra loro professionisti e gente che svolge i più svariati mestieri, giovani e meno giovani. In comune la sensibilità e la voglia di fare qualcosa per gli altri. Senza clamore.
Il centro di accoglienza «si regge sulla carità dei catanzaresi - fa notare padre Umberto - che intervengono economicamente e materialmente portando viveri, vestiario, medicine». Anche le farmacie portano farmaci, peraltro avvalendosi delle agevolazioni fiscali connesse a tali elargizioni. «Colgo l'occasione - aggiunge padre Umberto - per dire grazie alla Siarc di Pino Albano, che offre il pranzo in alcuni giorni dell'anno, tra cui il Natale. Ringrazio l'azienda Dolce Forno di Boccuto, che da anni ci dona il pane per la mensa, evitandoci una spesa non indifferente. La mia gratitudine anche agli abitanti di Roccabernarda, che da qualche anno offrono l'olio per i poveri. Quest'anno due quintali. E voglio ringraziare anche l'Amministrazione comunale per il contributo dato alla mensa. E ancora, i supermercati che ci portano i loro prodotti e diversi negozi d'abbigliamento».
Con la crisi economica "l'utenza" è raddoppiata. Frequentano la mensa tanti extracomunitari, soprattutto dei Paesi dell'Est, ma anche diversi nostri conterranei. La Provvidenza però non viene meno: tanti gli "oscuri" benefattori che aiutano il Conventino. Molti i fedeli che più che fiori o messe donano offerte alla mensa in suffragio dei defunti. Interi condomìni a volte portano soldi per la mensa preferendo commemorare in questo modo un defunto. E padre Umberto s'illumina quando ricorda l'apprezzamento dell'arcivescovo mons. Antonio Ciliberti, che lo scorso gennaio ha voluto partecipare alla mensa e condividere il cibo dei poveri. Ma c'è di più. Nella straordinaria gestione dell'ordinarietà, i volontari del Conventino - che non è un banco alimentare - intervengono fornendo latte, omogeneizzati e quant'altro a chi ne ha bisogno, «occasionalmente e più che occasionalmente». Un servizio, la mensa dei poveri, di cui si avvantaggia anche l'ordine sociale: alleviando la fame, si evitano anche certi episodi di microcriminalità che vengono dalla disperazione.


Scheda
La mensa dei poveri è aperta all'ora del pranzo tutti giorni tranne la domenica e il mese di agosto.
Lunedì,mercoledì e venerdì il centro d'accoglienza fornisce anche, dalle 16 alle 18, docce, servizio medico e legale, distribuzione di capi di vestiario.



Betty Calabretta Gazzetta del Sud 22\12\2009

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